Codice fiscale per stranieri comunitari ed extracomunitari
Il codice fiscale è un documento indispensabile per chiunque voglia risiedere sul territorio italiano. È uno strumento essenziale, che permette l’accesso alla maggior parte dei servizi offerti dallo Stato. Dal fisco alle cure mediche, dal mondo del lavoro agli acquisti: questo identificativo alfanumerico è indispensabile per la vita di tutti i giorni.
Identificare in maniera univoca tutti i cittadini mediante un identificativo non è solo una prerogativa italiana ma è una questione che riguarda tutti i paesi mondiali. Per porre un termine di paragone che possa essere facilmente comprensibile, il codice fiscale italiano è l’equivalente del NIN (National Insurance Number) britannico o del NIF (Número de Identificación Fiscal) in Spagna. Si tratta di identificativi governativi essenziali per accedere a tutti i servizi offerti in nazioni welfare. Ognuno di essi è unico e univoco, e questo documento va richiesto appena entrati in Italia se si vuole vivere e lavorare nel nostro paese.
Cosa prevede la Costituzione per gli stranieri residenti in Italia?
La regolamentazione della presenza di stranieri in Italia è dettata dalla nostra Costituzione. La maggior parte degli immigrati nel nostro Paese fa riferimento all’articolo 10, che recita così: “Lo straniero […] ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Tale condizione, però, non si applica ai cittadini appartenenti all’Unione Europea. Nonostante anche loro abbiano la possibilità di godere di tutti i loro diritti all’interno dell’Italia, la regolamentazione del loro passaggio in patria è dettata dal trattato di Schengen, firmato dalla totalità degli stati europei nel 1995. Secondo questo accordo internazionale, ai cittadini appartenenti agli stati dell’Unione è concessa la libera circolazione in ogni nazione del Vecchio Continente.
Esistono, quindi, due tipologie di stranieri: quelli comunitari, che godono di privilegi e diritti che avrebbero anche nel loro Stato di appartenenza, ed extra-comunitari, che vengono regolati con norme di ingresso specifiche in base al loro status. Per il codice fiscale, così come per la Costituzione, tutti sono uguali. Esistono, infatti, delle specifiche norme per poter entrare in possesso del proprio identificativo alfanumerico.
Come può, uno straniero, ottenere un codice fiscale? Che differenze procedurali ci sono tra comunitario ed extracomunitario?
Ci sono due metodi differenti per ottenere il codice fiscale per i cittadini comunitari. Il primo è richiederlo attraverso l’Ambasciata italiana posta all’interno del paese di partenza. In questo modo si potrà evitare di dover affrontare l’interminabile burocrazia italiana e si potrà facilmente avere accesso a tutto quell’aspetto del mondo civico riservato ai possessori dell’identificativo alfanumerico.
L’alternativa è quella di presentare la domanda agli sportelli preposti. Questi sono situati nelle apposite Questure lungo i posti di frontiera. In questi casi, sarà fondamentale presentare un contratto di lavoro già stipulato e firmato oppure una richiesta di riconciliazione con i membri della propria famiglia presenti sul territorio italiano.
Per gli stranieri provenienti da nazioni extra-comunitarie, la procedura è relativamente più semplice. Al fine di snellire gli infiniti tempi della burocrazia nostrana, è sufficiente presentare il modulo preposto all’Agenzia delle Entrate, allegando allo stesso un passaporto valido o un altro documento di riconoscimento, il permesso di soggiorno in corso di validità e, infine, una certificazione d’identità rilasciata dal proprio Comune.
Come il codice fiscale regolamenta le persone nate all’estero all’interno della propria codifica?
Come si calcola il codice fiscale degli italiani? Quali differenze ci sono con i caratteri alfanumerici che caratterizzano il codice fiscale degli stranieri? Gli stranieri, rispetto alla generazione del codice fiscale, hanno una loro specifica regolamentazione. Infatti, il codice fiscale è un breve riassunto della nostra vita, dove vengono collocati nome e cognome, data e luogo di nascita, in modo tale da permettere ad ognuno di essere univoco. I casi di omocodia vengono gestiti tramite un apposito algoritmo.
Per quanto riguarda i principali dati del codice fiscale, non ci sono sostanziali differenze tra italiani e stranieri. Cognome e nome composto principalmente da consonanti (o vocali nel caso in cui queste non fossero sufficienti) e data di nascita scritta secondo la procedura prevista dall’Agenzia delle Entrate. Quello che cambia radicalmente, in questo frangente, è il luogo di nascita.
Per gli italiani, infatti, la lettera seguita dalle tre cifre (caratteri numero dodici, tredici, quattordici e quindici del nostro codice fiscale) indica il comune di nascita. Questi sono stati catalogati secondo il codice catastale e seguono un rigoroso ordine alfabetico. Per gli stranieri, invece, le cose vanno in maniera leggermente diversa.
Sarebbe impossibile, infatti, catalogare all’interno del codice fiscale ogni singola città del mondo. Pur restringendo dalle città alle regioni, è impossibile contenerle tutte. Discorso diverso, invece, per le nazioni. Il codice fiscale italiano, infatti, prevede per i cittadini stranieri la dicitura esclusiva della nazione di nascita, racchiudendo ogni singolo paese del mondo in una lettera: la Z.
La lettera Z identifica le persone nate all’estero: vale anche per gli italiani?
Tutti coloro che presentano, all’interno del proprio codice fiscale, questa lettera in corrispondenza del luogo di nascita, significa che, semplicemente, il possessore dell’identificativo è nato all’estero. Questa norma vale anche per gli italiani e per coloro che sono in possesso della doppia cittadinanza.