Cos’è il codice fiscale contrario
Il codice fiscale contrario, o meglio noto come codice fiscale inverso, che dir si voglia, è uno degli stratagemmi più comunemente usati per verificare la veridicità di un documento identificativo. Il codice fiscale, in Italia, infatti viene ormai riportato sulla maggior parte dei documenti, dalla carta d’identità elettronica alla tessera sanitaria. Per verificare l’effettiva corrispondenza tra i dati anagrafici e la sequenza alfanumerica, però, è necessario conoscerne le regole di base.
Codice fiscale contrario: come verificare la corrispondenza dell’intestazione
Ogni identificativo alfanumerico viene intestato ad una singola persona, presente e residente sul suolo nazionale, italiano di nascita o straniero acquisito che sia. Questo dice la regolamentazione relativa al codice fiscale, necessario per svolgere qualsivoglia tipo di attività. Dall’accesso ai medicinali al pagamento delle tasse, dalla percezione di uno stipendio, all’apertura di un conto corrente. Non c’è aspetto della vita in Italia che non sia regolamentato da questi sedici caratteri.
Questi, ovviamente, non sono disposti in ordine casuale o di generazione, come il numero di previdenza sociale statunitense. Le prime sei lettere disposte lungo il codice fiscale, infatti, corrispondono a nome e cognome dell’intestatario e, per essere disposte, seguono un ordine preciso.
I primi caratteri ad apparire dovrebbero essere, secondo la norma generale, le prime tre consonanti del cognome. Questa regola è sempre valida e le uniche eccezioni permesse sono quelle relative all’assenza di lettere dure.
Ad esempio, il cognome Rossi viene regolarmente riportato come RSS, poiché presenta tre consonanti esatte, ma nel caso l’intestatario fosse il sig. Rosi, allora la vicenda sarebbe decisamente diversa. Infatti, in questo frangente, vengono riportate prima le consonanti, poi le vocali in ordine di apparizione, fino al riempimento dei tre slot disponibili. In questo caso, RSO. Il sig. Rossini, invece, che di consonanti ne ha quattro, vedrà omessa l’ultima consonante dal proprio codice fiscale, e figurerà come RSS di fronte all’anagrafe.
La musica cambia leggermente quando si parla di nomi, i cui caratteri ricoprono le posizioni numero quattro, cinque e sei, in ordine di comparsa, del codice fiscale. La regola generale, infatti, prevede che quando un nominativo presenta quattro o più consonanti, sia esclusa la terza dal calcolo del codice fiscale. Stefano, ad esempio, diventa STN, oppure Francesco diventa FRC. Se un nome invece presenta l’adeguato numero di caratteri duri, come nel caso di Nicola, il codice fiscale riporterà semplicemente NCL, mentre i nomi con meno di due consonanti dovranno ricorrere alla stessa eccezione del cognome: Mario, infatti, si presenta come MRA.
Proprio grazie a queste regole, si può scoprire qualche broglio legato ad un codice fiscale. Per il signor Stefano, infatti, è impossibile che venga riportata la dicitura STF, mentre Mario non apparirà mai come MAR. Grazie a questi accorgimenti, con un calcolo del codice fiscale contrario, riuscirete ad evitare possibili tentativi di truffa.
Compleanno e genere, tutto in un’unica dicitura: ecco come ricavare la data di nascita grazie al codice fiscale contrario
Il codice fiscale non ci racconta solo chi siamo attraverso il nostro nome e cognome, ma indica anche da dove veniamo attraverso luogo e data di nascita.
Il compleanno viene trascritto in maniera abbastanza immediata, ma nasconde anche un altro dato anagrafico fondamentale: si può scoprire anche il genere dell’intestatario leggendo adeguatamente il codice fiscale. Ecco come.
Dopo i sei caratteri relativi a nome e cognome, viene riportato l’anno di nascita, con l’ovvia omissione di millennio e secolo dalla data. Una persona nata nel 1919 ed una nata un secolo dopo, nel 2019, riporteranno la stessa coppia di caratteri all’interno del codice fiscale: 19.
Di seguito, una lettera, che serve per indicare il mese di nascita. In questo caso, le regole che hanno previsto la coniazione del codice fiscale hanno deciso di non tenere conto dell’ordine alfabetico, ma hanno riportato le lettere con un dosato mix di rigore e assonanza. Gennaio, ad esempio, corrisponde ovviamente alla A, febbraio alla B, ma giugno viene riportato con la H e settembre perfino con la P.
Il giorno, invece, nasconde anche il genere dell’intestatario. Su un codice fiscale, infatti, è possibile leggere l’esatta data di nascita degli uomini, mentre alle donne viene aggiunto, di default, un quaranta a questa data. Due persone, di sesso opposto, nate il giorno 15, avranno numeri diversi. Il maschio manterrà il numero originale, mentre la femmina avrà impresso il numero 55.
Questo è un dettaglio fondamentale quando si effettua un calcolo del codice fiscale contrario, perché è uno degli elementi meno noti e che più spesso porta il falsificatore all’errore.
Il luogo di nascita e il carattere di controllo: i dati più difficili da controllare nel calcolo del codice fiscale contrario.
Gli ultimi cinque caratteri del codice fiscale sono riservati al luogo di nascita e al codice di controllo, che evita i casi di omocodia. Quest’ultimo, purtroppo, è quasi impossibile da calcolare, poiché segue un delicatissimo algoritmo, mentre l’altro dato è abbastanza semplice da verificare attraverso il calcolo del codice fiscale inverso.
Basta infatti cercare su Google la corretta nomenclatura del comune di nascita secondo il codice Belfiore. Si tratta, quest’ultima, di una catalogazione che mette in ordine alfabetico tutti i comuni italiani, seguendo una rigorosa sequenza: prima la lettera, poi i tre numeri, in ordine di comparsa, da 001 a 999.